GESTALT EMPOWERMENT / NUOVE POTENZIALITA’

L’Etica del Metodo
definita dal Suo ideatore, Paolo Baiocchi.

“I gruppi di Gestalt Empowerment hanno uno statuto etico che riguarda principalmente tre campi: la vita interna al Gruppo, il rapporto del Facilitatore con il Gruppo e, infine, il rapporto del Gruppo con la Comunità di appartenenza.

Il Gestalt Empowerment è un Movimento Culturale che vuole accendere in ogni individuo il potere di elaborare problemi e sfida insieme ad altri individui.
La vita di un Gruppo è potenzialmente infinita e continua anche quando i membri fondatori sono usciti e nuove persone si inseriscono.
E’ necessaria una prima fase di attivazione dove un professionista, chiamato Facilitatore, lavora per istruire il Gruppo e renderlo successivamente autonomo.

1 – La vita interna al Gruppo.
Esistono delle regole che governano gli scambi interni al Gruppo da leggere in ogni sessione. Le regole proteggono il Gruppo da alcuni pericoli fondamentali che, se non gestiti accuratamente, possono inficiare la forza e a volte la sopravvivenza stessa del Gruppo:
1) pericoli estetici (caduta energetica con conseguente demotivazione e perdita di autostima);
2) pericoli etici (scatenarsi di dinamiche relazionali negative);
3) pericoli logici (caduta di efficacia con conseguente demotivazione alla partecipazione).

2 – Rapporto del Facilitatore con il Gruppo.
Il Facilitatore ha un “contratto a tempo” con il Gruppo. Dopo una serie di incontri nei quali egli trasferisce il Metodo, si allontana permettendo l’autonomia di pensiero e valori del Gruppo stesso. Così gli individui possono costruire in modo indipendente i propri obiettivi e il senso di appartenenza.
Questa regola serve a due scopi:
1) Impedire il fenomeno del transfert terapeutico e dell’assoggettamento degli individui a dei leader carismatici, terapeutici o politici.
2) Generare il vero empowerment, che si sprigiona quando le persone scoprono, nell’esperienza concreta di vita, che possono farcela da sole, senza delegare a una qualsiasi autorità la responsabilità di soluzioni, scelte e contenimento dell’angoscia.

3 – Rapporto tra Gruppo e Comunità.
I Gruppi sostenuti da questo Metodo aumentano la loro forza. Esistano 3 fasi di relazione che, idealmente, i Gruppi intrattengono con la Comunità di appartenenza:

1) Prima Fase.
Il Gruppo lavora per sostenere i propri membri senza darsi obiettivi comunitari. Questo serve a garantire lo sviluppo della fiducia e dell’alleanza interne.
2) Seconda Fase.
Il Gruppo può darsi piccoli obiettivi per il sostegno (gratuito) alla Comunità senza rendere “pubbliche” le azioni benefiche.
3) Terza Fase.
Il Gruppo, nel sostegno gratuito alla Comunità, può rendere visibili le proprie azioni benefiche.

E’ un bene che i Gruppi si dedichino al sostegno della Comunità, ma è necessario che lo facciano in modo graduale e consapevole, evitando di dedicarsi da subito a grandi progetti altruistici con il rischio fallire e demotivarsi. Le 3 fasi descritte mettono i Gruppi al riparo da questo pericolo.

Paolo Baiocchi

virgole apre

stemma